Al servizio del territorio:
oltre mezzo millennio di storia

Una storia secolare

L'ultimo decennio

L’intensa storia di Fondazione Monteparma si arricchisce nell’ultimo decennio di importanti cambiamenti e nuove progettualità, caratterizzanti la missione della Fondazione, che interessano principalmente il settore di intervento dell’arte e della cultura. Nel 2014, a quindici anni di distanza dall’istituzione del Museo Amedeo Bocchi, Fondazione Monteparma dà vita al Museo Renato Vernizzi. Nel 2017 si trasferisce nella nuova sede, lo storico palazzo Pettorelli-Ortalli, ubicato nel cuore del centro storico di Parma. Qui, nel 2018 apre il nuovo centro espositivo e culturale APE Parma Museo, all’interno del quale sono allestite in maniera permanente le sale Museo Amedeo Bocchi e le sale Museo Renato Vernizzi per l’esposizione in via esclusiva, e a rotazione, delle opere dei due pittori di origini parmigiane. Il centro diventa anche sede di eventi multidisciplinari e di mostre tematiche di rilievo , grazie alle quali la Fondazione valorizza il patrimonio delle proprie collezioni d’arte, connotandosi come un importante tassello della vita culturale e artistica cittadina.

2021
Nuovo Presidente della Fondazione Monte di Parma e fusione di Mup Editore nella società strumentale

Alla scadenza del mandato di Roberto Delsignore, non più rieleggibile dopo aver ricoperto due mandati consecutivi, nella seduta del

23 aprile 2021 il Consiglio Generale di Fondazione Monteparma nomina all’unanimità alla presidenza Mario Bonati, noto e apprezzato avvocato penalista, che da quasi due anni siede nel Consiglio di Amministrazione della stessa. Con grande coesione, l’organo di indirizzo (composto dalla vice presidente Patrizia Bonardi e dai membri don Alfredo Bianchi, Vittorio Dall’Aglio, Enrico Gaibazzi, Gualtiero Ghirardi, Federica Malaspina, Angelo Stecconi, Luca Trentadue e Giuseppe Zammarchi) orienta la propria scelta su Bonati, il quale riunisce nel proprio profilo le capacità di uno stimato professionista, conosciuto anche al di fuori dei confini locali, l’attenta conoscenza del territorio e del ruolo della Fondazione, nonché la fondamentale indipendenza. Nella stessa seduta, Roberto Delsignore, che ha guidato con efficacia la Fondazione per dieci anni attraverso epocali cambiamenti, viene nominato Presidente Emerito, carica onorifica della durata di quattro anni, come previsto dallo Statuto approvato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in data 1 giugno 2021.
Nello stesso anno, Fondazione Monteparma acquisisce la quota di partecipazione (10% del capitale) di MUP srl, precedentemente detenuta dall’Università di Parma, e procede alla fusione tramite incorporazione della casa editrice MUP S.r.l all’interno di Monteparmaservizi S.r.l., mantenendo tuttavia inalterata la collaborazione scientifica tra il marchio editoriale e l’Università di Parma. L’unificazione societaria delle due strumentali, operanti entrambe nel settore “Arte, attività e beni culturali”, consente di dare vita ad una nuova realtà, in grado di gestire entrambi i rami (editoriale e museale) delle attività a più elevata valenza strategica della Fondazione, rispondendo così in modo maggiormente integrato alla realizzazione degli scopi statutari e, segnatamente, alle esigenze d’intervento in campo culturale.

2018
Inaugurazione di APE Parma Museo

Dopo il trasferimento degli uffici della Fondazione e di Mup Editore nella nuova sede, nel 2018 viene inaugurato APE Parma Museo, un

innovativo centro espositivo e culturale, all’interno del quale vengono permanentemente allestite le sale Museo Amedeo Bocchi e le sale Museo Renato Vernizzi. Contestualmente, viene costituita la società strumentale Monteparmaservizi srl per la gestione dei servizi museali e delle attività multidisciplinari del nuovo centro APE Parma Museo.

2015
Riallestimento del Museo Amedeo Bocchi e acquisto della nuova sede di Fondazione Monteparma

Nel 2015 il Museo Amedeo Bocchi viene completamente riallestito in spazi più ampi e nuovamente inaugurato l’8 novembre, alla

presenza del Presidente Roberto Delsignore e di Pier Paolo Mendogni, consulente artistico dei musei della Fondazione.
Nello stesso anno, Fondazione Monteparma sceglie di acquistare un ampio palazzo, da diversi anni abbandonato, situato nel cuore del centro storico di Parma. L’edificio, che ha ospitato per oltre un secolo la filiale locale della Banca d’Italia (chiusa nel 2007), era già presente nelle carte topografiche della fine del ‘500 ed era noto in passato come Palazzo Pettorelli-Ortalli, dal nome delle famiglie che vi hanno dimorato. L’immobile viene sottoposto ad un attento restauro conservativo durato oltre due anni, volto a ridefinirne la funzione nel rispetto delle sue peculiarità e della sua storia. Con tale impegnativa operazione Fondazione Monteparma intende innanzitutto trovare una sede adeguata per i propri uffici e le attività culturali gestite direttamente dalla stessa (MUP Editore e i musei Amedeo Bocchi e Renato Vernizzi).

2014
La Fondazione cede a Intesa Sanpaolo la residua quota azionaria detenuta in Banca Monte Parma S.p.A.

Il 22 dicembre 2014 Fondazione Monte di Parma sigla l’atto di cessione ad Intesa Sanpaolo la residua quota (pari al 10%) detenuta

nel capitale sociale di Banca Monte Parma S.p.A. Il riassetto della struttura, previsto per la Divisione Banca dei Territori dal Piano d’Impresa di Intesa Sanpaolo, determina infatti il superamento delle ragioni per le quali la Fondazione manteneva una partecipazione di minoranza in Banca Monte Parma. L’operazione consente alla Fondazione un’ulteriore diversificazione degli investimenti, finalizzata al conseguimento di ritorni da destinare all’adempimento delle proprie finalità istituzionali.

2014
Istituzione del Museo Renato Vernizzi

Il 27 maggio del 2014, alla presenza del Presidente Roberto Delsignore, della storica dell’arte Elena Pontiggia, del consulente artistico dei musei

della Fondazione Pier Paolo Mendogni, del consulente delle attività museali della Fondazione Maria Chiara Cavazzoni e dei figli del pittore, Isabella e Luca Vernizzi, viene inaugurato all’interno di Palazzo Sanvitale il Museo Renato Vernizzi. La collezione del pittore Renato Vernizzi di proprietà di Fondazione Monteparma proviene dalla donazione di oltre 200 opere effettuata nel 2009 dagli eredi dell’artista e da successive acquisizioni. Il percorso espositivo si sviluppa in continuità con il museo Amedeo Bocchi, all’interno di tre sale del livello terreno e un ambiente del piano ammezzato dell’ala più antica del palazzo.

2011
Nuovo Presidente della Fondazione Monte di Parma

L’11 luglio 2011 il Presidente Dottor Gilberto Greci rassegna le dimissioni. Il 15 luglio 2011 il Consiglio Generale all’unanimità nomina nuovo

Presidente della Fondazione il Professor Roberto Delsignore, medico, già Direttore della Clinica Medica e Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Scienze Biomediche dell’Università di Parma.
Il 26 luglio 2011 viene perfezionato il trasferimento del 51% delle azioni di Banca Monte Parma a Intesa Sanpaolo, nominati il nuovo Consiglio di Amministrazione della Banca ed il nuovo Presidente nella persona del Dott. Flavio Venturini. La Fondazione Monte di Parma, con le risorse finanziarie derivanti dalla cessione, intende proseguire la propria attività nel rispetto della propria consolidata tradizione nel campo della cultura e degli altri settori d’intervento, cercando altresì di rispondere alle nuove istanze e ai bisogni provenienti dalla Città e dalla Provincia di Parma.

La nascita della Fondazione

La “Fondazione Monte di Parma” viene istituita nel 1991, ai sensi della Legge 218/90 (Legge Amato), con scorporo dell’attività bancaria, che prosegue con la controllata Banca Monte Parma S.p.A. , da quella filantropica. Nel 1999 Fondazione Monteparma istituisce, a seguito di una generosa donazione da parte delle eredi, il Museo Amedeo Bocchi. Nel 2002, insieme all’Università degli Studi di Parma, fonda la casa editrice Monte Università Parma. Si susseguono diversi avvicendamenti statutari della Fondazione e societari della banca conferitaria, finché nel 2010 vengono stipulati accordi con Intesa Sanpaolo per il trasferimento del 51% del capitale sociale di Banca Monte Parma.

Amedeo Bocchi, Bianca a due anni con violino, 1910

2010
Stipulati gli accordi con Intesa Sanpaolo per il trasferimento del 51% del capitale sociale di Banca Monte Parma

Il 15 ottobre 2010 la Fondazione sigla un accordo preliminare con Intesa Sanpaolo per il trasferimento del 51% del capitale sociale della

controllata Banca Monte Parma S.p.A. Tale atto conclude positivamente la ricerca di un importante partner bancario che possa mettere in sicurezza Banca Monte Parma e garantire un importante aumento di capitale richiesto da Banca d’Italia per salvaguardare l’operatività della stessa Banca Monte Parma che aveva chiuso il bilancio 2009 con una perdita significativa. Il 16 dicembre 2010 viene stipulato con Intesa Sanpaolo il contratto di compravendita azioni.

2008
Nuova compagine sociale di Banca Monte Parma. La Fondazione aumenta la propria quota di partecipazione

A fine ottobre si conclude positivamente l’avvicendamento nella compagine sociale di Banca Monte Parma, a seguito della

decisione di Banca Monte dei Paschi di Siena di cedere la partecipazione del 49,27%. A fianco della Fondazione Monte di Parma, che aumenta la propria quota dal 50,47% al 68,74%, e di circa un centinaio di piccoli azionisti, che nel complesso detengono lo 0,26% del capitale sociale, entrano la Fondazione di Piacenza e Vigevano (15%), Banca Sella Holding (10%), CBA Vita (3%) e HDI Assicurazioni (3%). L’accordo tra i nuovi soci è finalizzato al rafforzamento delle caratteristiche di autonomia e localismo di Banca Monte Parma.

2005
La Fondazione e Banca Monte dei Paschi di Siena rinnovano i patti parasociali relativi a Banca Monte Parma.

Il 25 maggio 2005 la Fondazione Monte di Parma e la Banca Monte dei Paschi di Siena sottoscrivono il nuovo accordo concernente la

Banca Monte Parma, che va a sostituire le precedenti intese del 29 giugno 1999. La Fondazione Monte di Parma detiene direttamente il 50,47% del capitale sociale ordinario di Banca Monte Parma, mentre il Gruppo Banca Monte Paschi di Siena possiede il 49,27%. L’accordo, della durata di cinque anni, rafforza le finalità delle precedenti intese consistenti nello stabilire un rapporto di collaborazione funzionale ed operativa tra le due parti e consente a Banca Monte Parma di proseguire il processo di consolidamento e sviluppo autonomo nel territorio di riferimento, costituito dalle provincie di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, anche attraverso l’utilizzo di servizi, prodotti e tecnologie resi disponibili dal Gruppo Monte Paschi di Siena. Il rinnovo dell’accordo scaturisce sia da sinergie di carattere economico sia dalla comunanza di origini e storia che caratterizzano le due banche.

2004
La Fondazione chiude il suo tredicesimo esercizio

A fine anno si chiude il tredicesimo esercizio di attività della Fondazione. Pur operando in diversi settori rilevanti, la Fondazione mantiene

la sua forte specificità nel settore dell’arte e della cultura, promuovendo e valorizzando numerosi progetti attraverso le realtà di diretta emanazione (impresa strumentale “Monte Università Parma – MUP Editore”, “Museo Amedeo Bocchi” e “Museo Glauco Lombardi”), le istituzioni partecipate (in particolare Fondazione Teatro Regio di Parma, Fondazione Teatro Due, Fondazione Arturo Toscanini) e le molteplici iniziative realizzate nei più svariati ambiti culturali.

2003
Un anno cruciale per la Fondazione ed il Territorio della Provincia di Parma

L’anno 2003 va ricordato per una serie di eventi di straordinaria rilevanza per la Fondazione ed il territorio di riferimento. Il 1° agosto

viene convertito il decreto-legge 143/03 che sancisce la possibilità per le piccole Fondazioni con un patrimonio non superiore a 200 milioni di euro di non dismettere la partecipazione di controllo nella società bancaria conferitaria. La Fondazione Monte di Parma decide di avvalersi di questa possibilità e delibera di interrompere il processo di dismissione nella partecipata Banca Monte Parma S.p.A. continuando a mantenerne il controllo, nel rispetto degli obiettivi di autonomia e localismo che hanno visto negli ultimi anni un sorprendente sviluppo, sia geografico sia reddituale, della Banca.
Il 17 settembre scompare improvvisamente l’avvocato Walter Gaibazzi, presidente della Fondazione dal luglio del 1994, insigne giurista e uomo di profonda cultura. Gli succede il dottor Gilberto Greci, imprenditore, già presidente dell’Unione Parmense degli Industriali.
A fine settembre, la Corte Costituzionale dichiara parzialmente incostituzionale la riforma delle Fondazioni riconoscendo, tra l’altro, la loro natura privatistica e la loro sostanziale autonomia operativa. L’anno si chiude in maniera drammatica con l’esplosione del crack Parmalat, le cui pesanti conseguenze economiche sulla società partecipata Banca Monte Parma S.p.A. vengono peraltro pressoché totalmente ammortizzate in sede dello stesso bilancio dell’anno 2003.

2002
Nasce la Monte Università Parma Editore

Le Fondazioni bancarie attraversano una serie di incertezze normative a seguito dei ricorsi presentati, tramite l’ACRI, avverso i provvedimenti

attuativi dell’art. 11 della Legge Finanziaria 2002. La Fondazione Monte continua comunque ad operare a favore dello sviluppo del Territorio, con erogazioni approvate per oltre 2,5 milioni di euro. Da segnalare, in particolare, tra i grandi progetti realizzati, la nascita della Casa Editrice Monte Università Parma Editore s.r.l., costituitasi come impresa strumentale della Fondazione Monte di Parma il 4 giugno 2002, grazie alla volontà congiunta della stessa Fondazione e dell’Università degli Studi di Parma, al fine di contribuire alla divulgazione della cultura attraverso la pubblicazione di libri, riviste, collane e di operare in qualità di University Press. Si tratta di un avvenimento culturale unico a livello nazionale, in quanto per la prima volta una Fondazione bancaria e un’Università danno vita ad un progetto di produzione editoriale comune.

2001
Nuovo processo di riforma in vista per la Fondazione

La Fondazione a novembre approva il Regolamento per il perseguimento degli scopi statutari. A fine dicembre, con la Legge Finanziaria 2002

vengono definite una serie di modifiche importanti al decreto legislativo 153/99 che per le Fondazioni determineranno, una volta completato l’iter legislativo, la ripresa del processo di riforma (elezione nuovi Organi, adozione nuovo Statuto e nuovo Regolamento).

2000
Nuovo Statuto e nuovi Organi della Fondazione

La Fondazione, in ottemperanza alla L. 461/98 (Ciampi), al relativo D. Lgs. 153/99 ed alle successive disposizioni, nel mese di luglio adotta

il nuovo Statuto e a dicembre insedia, per la prima volta nella sua storia, il Consiglio Generale, organo di indirizzo, composto da nove membri, designati dal Comune di Parma (due), dalla Provincia di Parma (due), dalla Camera di Commercio di Parma (due), dai Vescovi delle Diocesi di Parma e Fidenza (uno), dall’Università di Parma (uno) e dalle Associazioni di Volontariato (uno). Nei primi mesi del 2001, il Consiglio Generale procede alla nomina dei nuovi membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori.

1999
Istituzione del Museo Amedeo Bocchi

A seguito della donazione, formalizzata il 14 maggio del 1999, alla Fondazione Monte Parma di un cospicuo numero di opere di

Amedeo Bocchi, da parte di Rina Cabassi ed Emilia Bocchi, rispettivamente cognata e nipote dell’artista, viene inaugurato l’omonimo museo, collocato all’interno di alcuni ambienti restaurati del Palazzo Sanvitale. Il Museo nel tempo si arricchisce di nuove opere, anche grazie a due ulteriori donazioni delle eredi, avvenute rispettivamente nel 2002 e nel 2009, e ad altre acquisizioni minori.

1991
Nascita della Fondazione Monte di Parma e di Banca Monte Parma S.p.A.

Il giorno 12 ottobre 1991, viene costituita, ai sensi della Legge 218/90 (Legge Amato), la Fondazione Monte di Parma con

scorporo dell’attività bancaria che prosegue con la controllata Banca Monte Parma S.p.A. Da questa data, Fondazione e Banca operano in piena autonomia, ciascuna nel proprio ambito di competenze, pur mantenendo il legame di “partecipazione” e la comune vocazione al servizio di Parma e del suo territorio.
Il primo Presidente di Fondazione Monteparma è stato Beniamino Ciotti, cui è seguito dopo pochi mesi Franco Gorreri,
Presidente della banca conferitaria e della Fondazione nel biennio 1992-1993,
il quale, accogliendo il suggerimento ministeriale di evitare il cumulo delle
due cariche, nel 1994 ha ceduto il posto a Walter Gaibazzi, rimasto in carica fino al 2003.

Le origini del Monte di Pietà

Nato su ispirazione del predicatore francescano osservante Beato Bernardino da Feltre, il Monte di Pietà di Parma viene fondato nel 1488 con rescritto di Gian Galeazzo Maria Sforza. Nel 1913 viene istituita la Banca del Monte di Pietà per l’esercizio dell’attività bancaria, che assume nel 1970 la nuova denominazione di “Banca del Monte di Parma – Monte di Credito su Pegno”, svolgendo sia il ruolo di istituto di credito che di ente con finalità di tipo umanitario.

Quadro La famiglia di Maria Chepj di Jihan Zoffany, Collezione d'arte Fondazione Monteparma
Johan Zoffany, La Famiglia di Maria Chepj, benefattrice del Monte di Pietà di Parma, 1790-1794

1978
Acquisto di Palazzo Sanvitale, attuale sede di Banca Monte Parma e della Fondazione Monte di Parma

La Banca del Monte di Parma acquista dall’Istituto delle Figlie della Croce il palazzo, già di proprietà della famiglia Sanvitale, lo restaura e

lo destina alla sua sede centrale. È uno dei palazzi storici più prestigiosi della città. Già sede del governo cittadino e luogo di cultura, Palazzo Sanvitale radica ancora di più la Banca alla storia della città.

1970-1974
Costruzione della nuova sede centrale della Banca

Negli anni dal 1970 al 1974 un nuovo edificio prende il posto della vecchia sede centrale, sita sempre tra via Cavour e piazzale Battisti a Parma.

Tra i progettisti si annoverano Gio Ponti, Gugliemo Lusignoli e Pierluigi Nervi. A distanza di trent’anni il palazzo rimane una delle opere d’architettura moderna di maggior pregio della Città.

1925-1970
Sviluppo e nuova denominazione di Banca del Monte di Parma - Monte di Credito su Pegno

Il Monte di Pietà di Parma, classificato di prima categoria con R.D. del 4 gennaio 1925, facente parte della Federazione delle Casse di

Risparmio e dei Monti di Credito di prima categoria dell’Emilia e della Romagna, assume la nuova denominazione di Banca del Monte di Parma – Monte di Credito su Pegno con Decreto Ministeriale del 13 novembre 1970. Con tale denominazione svolge il suo ruolo di istituto di credito avvalendosi di una rete di tredici sportelli (una sede centrale più dodici agenzie operanti in città e provincia), oltre a proseguire la tradizionale attività della Sezione Pegno.

1913
Nascita della sezione bancaria

Nel 1910 il Consiglio delibera di istituire a Parma una Sezione di Credito del Monte di Pietà che porterà nel 1913 all’istituzione della

Banca del Monte di Pietà con concessione di prestiti a interesse molto modesto ma tale da garantire i mezzi economici per continuare a perseguire i fini umanitari proposti.

1492-1505
Apertura di due nuovi banchi

Il Monte di Pietà è un organismo sano ed efficiente e, per continuare a svolgere le finalità economiche e sociali per cui è nato, nell’anno della

scoperta dell’America apre un secondo banco vicino a Piazza Grande. La solidità finanziaria dell’istituto consente di stimolare l’attività economica ma anche di appoggiare iniziative nel campo della carità. Un terzo banco viene aperto nel 1505. L’attività bancaria servirà in seguito a finanziare progetti e attività dei Farnese prima e dei Borbone poi, resistendo a guerre e carestie e all’invasione napoleonica.

1488
Anno di fondazione del Monte di Pietà

Il Monte di Pietà di Parma viene istituito, su ispirazione del predicatore francescano osservante Beato Bernardino da Feltre che aveva

visitato la città nel 1484 e nel 1486-87, nel gennaio 1488 con rescritto di Gian Galeazzo Maria Sforza grazie anche all’attivo sostegno del Podestà Giovan Pietro Bergamino, al fine di contrastare la dilagante povertà e venire in aiuto alle classi povere della città, rassegnate alla violenza dei soldati di ventura al soldo di Ludovico il Moro che aveva lottato contro Pier Maria Rossi, accusato di tradimento per essere rimasto fedele alla vedova di Galeazzo Maria Sforza.